Viaggio sulla punta dello stivale, dove le coste di Calabria e Sicilia si sfiorano, alla scoperta della città dei bronzi che offre tesori archeologici, rarità botaniche e sapori deliziosi come il bergamotto e il pesce spada.
Reggio Calabria, weekend sullo Stretto con batticuore. La prima sorpresa per gli occhi si ha già dal finestrino, quando l’aereo, virando per atterrare, regala una visione a volo d’uccello della costa. Una manovra che restituisce l’emozione dell’incontro fra terra e acqua, nel punto in cui Calabria e Sicilia si guardano dritte.
Siamo in una regione unica, dove il passato glorioso della Magna Grecia riecheggia nel patrimonio archeologico dei suoi musei. E il microclima mite restituisce prodotti speciali come il bergamotto che aromatizza dolci e profumi. Senza dimenticare quello che D’Annunzio definiva “il chilometro più bello d’Italia”, il lungomare da cui partire per scoprire in un weekend tutte le ricchezze di una città ancora poco conosciuta. Scopri nella gallery cosa vedere a Reggio Calabria.
Reggio Calabria, weekend sullo Stretto tra mito e realtà
Reggio Calabria gode di una posizione davvero singolare, affacciata sullo Stretto e corteggiata dalla costa siciliana che sembra quasi sfiorarla. Il panorama del lungomare Falcomatà, conosciuto anche come Via Marina, offre una cartolina d’altri tempi scandita dall’elegante silhouette dei lampioni liberty. Lungo il bellissimo “chilometro” si passeggia, si pedala, si fa kitesurf accarezzati dalla brezza marina che soffia costantemente pulendo l’aria e spazzando via l’afa.
La movida di Reggio Calabria, tra cocktail e arte
A dominare su tutto è la sagoma dell’Etna, che si distingue nettamente dalla sponda siciliana, e regala talvolta fuoriprogramma spettacolari. Passo dopo passo si scoprono tesori botanici come i secolari ficus magnolioides, dalle radici aeree che piovono sul terreno creando veri monumenti naturali. E, all’ombra delle piante, si scoprono resti archeologici, dalle mura grechealle terme romane, che ricordano come l’antica Rhegion fosse un fiorente centro della Magna Grecia. O ancora sculture contemporanee come i giganti di Rabarama che introducono alla bella Villa Genoese Zerbi, costruita a inizio Novecento in stile neogotico veneziano e attualmente chiusa, in attesa di recuperare il suo ruolo di polo culturale. Ma il lungomare è anche movida, come dimostrano i Lidi che con la bella stagione si trasformano in locali in cui ballare o bere un cocktail sulla spiaggia. Un buon punto d’appoggio con vista sul mare è il b&b Reggio Suite con i tre attici in total white.
Reggio Calabria, tour tra guerrieri e oracoli greci
Una visita alla città non è completa senza far visita ai gioielli di famiglia. A custodirli nella centrale Piazza De Nava è il rinnovato Museo Archeologico Nazionale MaRc, che fa da contenitore a questo patrimonio inestimabile diventato simbolo stesso della regione. I Bronzi di Riace sono le due star del MaRc e godono di un trattamento speciale. Per accedere alla sala è necessario passare da un’area di sanificazione che protegge le sculture di 2500 anni dalle polveri. Alti 198 e 197 cm, i guerrieri atleti ripescati casualmente al largo di Riace nel ’72, sono uno spettacolo di perfezione: dalle venature dei piedi agli occhi in avorio, passando per la capigliatura ondulata e le labbra in rame. Ai loro piedi, due basamenti antisismici in marmo di Carrara progettati dal Centro di Ricerca Enea sono piccoli capolavori d’ingegneria grazie alle sfere che in caso di sisma farebbero spostare solo la piattaforma sottostante senza trasmettere oscillazioni a quella superiore.
Reggio e l’archeologia da scoprire
Ma oltre ai bronzi c’è di più. Del resto questa terra un tempo era Magna Grecia come testimoniano i ritrovamenti di Locri Epizephyrii, tra dioscuri, satiri danzanti e teste di filosofi. E fino al 9 giugno si potrà visitare la mostra “Dodonaios. L’oracolo di Zeus e la Magna Grecia”,una collezione di laminette incise con i quesiti che i cittadini delle poleis proponevano all’oracolo di Dodona. Dall’archeologia all’arte, merita una visita anche la Pinacoteca Civica, ospitata in alcune sale del Teatro Civico costruito tra il 1920 e il 1931. Tra le opere in mostra che vanno dal XV al XX secolo, ci sono tele di Antonello da Messina e Mattia Preti.
La Calabria del palato e dell’olfatto
E per riprendersi da tanta bellezza, a due passi dal MaRc vale la pena fermarsi per un gelato dallo storico chiosco di Cesare che propone un ventaglio di gusti con ingredienti d’eccellenza come il Bergamotto di Reggio Calabria, i pistacchi di Bronte, la Mandorla di Avola o le Nocciole Igp del Piemonte. Oppure ci si lascia tentare dalla frutta martorana, i babà al bergamotto e i dolci di pasta di mandorle della pasticceria Sarnè; o ancora dai torroncini al miele e mandorle della pasticceria artigianale Scutellà che dal 1930 propone le sue delizie in graziosi cofanetti vintage. Altra eccellenza del reggino è il bergamotto, prezioso agrume dalle note olfattive persistenti e dalle proprietà salutari. Questo oro di Calabria è protagonista del Museo del Bergamotto, che ha una nuova sede nel mercato coperto e ripercorre la storia e i metodi estrattivi oltre a venderne i prodotti. Mentre per gustare ottimo pesce con vista mozzafiato sullo Stretto c’è l’home restaurant L’Incanto, a Santa Trada nei pressi di Villa San Giovanni. Qui i proprietari aprono la propria casa cucinando piatti di mare, cotti e crudi, a seconda del pescato del giorno. Un ottimo modo per concludere la giornata ammirando il tramonto.
Reggio Calabria, cosa vedere nei dintorni
Spostandosi più a nord, lungo quel lembo di costa che Platone definì viola per le sfumature del mare, si approda in un altro luogo dall’eco mitologica. Scilla, mostro marino di omerica memoria che terrorizzava i naviganti insieme a Cariddi, è una graziosa località dominata dal Castello Ruffo di Calabria in cima a una rupe. Marina Grande è la sua ampia spiaggia ai piedi del promontorio, dove concedersi un bagno in tutta calma in primavera, prima che sia affolli nel periodo estivo. Ma la perla è il rione marino di Chianalea, dai vicoli acciottolati che si aprono sulle case dei pescatori. Proprio la pesca del pesce spada, tradizione ancora in uso con barche speciali dalla lunga passerella, fu d’ispirazione al pittore Renato Guttuso. Per assaporarlo in tutte le versioni ci sono i ristoranti con le terrazze sull’acqua come il Bleu de Toi.
fonte Corriere della Sera